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ALLOGGI DIFESA ANALISI INFORMAZIONE E ISTRUZIONE PER L'USO

"L'0n. Di Bagio FLI ha presentato Interrogazione a Risposta immedata in Commissone al Ministro della Difesa"
Lo ringraziamo a nome di Casadiritto
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05532
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO

On. Di Biagio
Al Ministro della Difesa
Per sapere, premesso che:
l'articolo 2, comma 627, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria per il 2008), le cui previsioni sono ora costituite nell'articolo 297, comma 1, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ha stabilito che il Ministero della difesa predisponesse con criteri di semplificazione, di razionalizzazione e di contenimento della spesa, un programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio;

in ottemperanza a tale previsione, l'articolo 306, comma 3, del citato decreto legislativo n. 66 del 2010 ha disposto che « il Ministero della difesa provvede all'alienazione della proprietà, dell'usufrutto o della nuda proprietà di alloggi non più ritenuti utili nel quadro delle esigenze dell'amministrazione, in numero non inferiore a tremila»;

l’individuazione degli alloggi da alienare è stata già parzialmente operata, giusto decreto direttoriale n. 14/2/2010 22 novembre 2010 della Direzione generale dei Lavori del Genio del Ministero della difesa. Sono stati così individuati 3.022 alloggi, numero che, peraltro, non va ritenuto definitivo;

va ricordato che l'amministrazione della Difesa dispone di un patrimonio immobiliare ad uso abitativo di circa 18.500 alloggi di cui 4.000 alloggi sono non occupati. Esistono inoltre circa 5000 alloggi utilizzati da utenti cosiddetti sine titulo. Tale condizione interessa personale militare in quiescenza, che usufruisce degli alloggi in base a contratti regolarmente registrati e pagando un canone mensile, fissato annualmente dal Ministero;

la corresponsione dei canoni di locazione menzionati garantisce attualmente all’amministrazione della Difesa entrate non trascurabili, pari a circa 35 milioni di euro annui. Viceversa, i succitati 4000 alloggi non occupati e quelli che saranno tali a breve, a causa degli annunciati sfratti, provocano un evidente e sensibile danno erariale, per mancata riscossione canoni, spese condominiali comunque correnti e progressivo degrado per mancanza di manutenzione;

la normativa inerente la permanenza degli utenti sine titulo, con particolare riferimento alla legge n. 244 del 2007, ha sempre inteso adottare misure che favorissero una conciliazione in grado di tutelare anche il diritto, sancito per legge, degli inquilini residenti. Tuttavia il regolamento attuativo della legge 244/2007 ha stravolto il dettato normativo determinando condizioni oggettivamente critiche per gli utenti stessi;

allo stesso tempo è emersa l’esistenza, a partire dal 2009, di un progetto, il cosiddetto “obiettivo 9”, di recupero delle unità abitative attraverso la sottoposizione degli utenti a dei canoni locativi di libero mercato, di fatto volutamente antieconomici e quindi insostenibili per moltissime delle famiglie interessate;

Su tutta la vicenda si sono ripetuti, nel corso degli ultimi due anni interventi legislativi di natura trasversale al fine di scongiurare il rischio di colpire inopinatamente le famiglie di tanti militari o comunque di personale in forza al Ministero della difesa, che hanno servito lo Stato durante la vita;

la mozione n. 1-00559 concernente iniziative in materia di concessione degli alloggi di servizio del Ministero della Difesa, sottoscritta dai rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari e accolta dal Governo in data 8 febbraio 2011, stabilisce che «in ogni caso, non si procederà al recupero degli alloggi nelle aree ove non sussistano impellenti esigenze non altrimenti risolvibili», lasciando emergere un preciso orientamento amministrativo finalizzato al recupero degli alloggi in relazione alla loro localizzazione e definisce la procedura di «alienazione della proprietà, dell'usufrutto o della nuda proprietà di alloggi non più ritenuti utili nel quadro delle esigenze dell'amministrazione» ai sensi del citato decreto legislativo;

successivamente, nell’ambito di approvazione del c.d. decreto mille proroghe, in data 25 febbraio u.s., il Governo si è impegnato a non avviare azioni di recupero forzoso nei confronti degli utenti c.d. sine titulo, fermi restando i canoni allora vigenti;

la situazione relativa agli alloggi della Difesa, assai complessa sotto molteplici profili, è materia di 4 mozioni attualmente oggetto dei lavori del Senato: la 1 – 00467 Germontani ed altri; 1 – 00467 Sen. Scanu ed altri; 1 – 00471 Sen. Ramponi ed altri; 1 - 00472 Sen. Caforio ed altri. La discussione è iniziata in aula il giorno 28 settembre u.s. ed è stata rinviata alle Commissioni Competenti al fine di consentire ulteriori approfondimenti;

nonostante i citati impegni del Governo, anche di natura normativa, è da evidenziare che recuperi forzosi nei confronti degli alloggi di cui in premessa, non inclusi fra quelli di prevista alienazione, sono già stati avviati da qualche ramo del Ministero della Difesa su tutto il territorio nazionale;

inoltre, una grave criticità si sta determinando in queste ore a dispetto e in direzione avversa rispetto al lavoro attualmente in corso in Senato. Difatti, mentre sono ancora in discussione le mozioni che, se approvate, consentiranno presumibilmente di riequilibrare la normativa sulla gestione degli alloggi, le associazioni di inquilini lamentano che molti utenti hanno ricevuto, da parte degli Stati Maggiori di Forza Armata, lettere raccomandate che stabiliscono da subito canoni provvisori, incrementati fino al triplicare dell’equo canone attualmente corrisposto, fatti salvi futuri conguagli;

la misura evidenziata sarebbe palesemente illegittima, atteso che secondo nell’art.3, comma 3. del D.M. 16 marzo 2011 non è contemplata alcuna applicazione di canoni provvisori, ma la determinazione dei nuovi canoni definitivi, a decorrere dalla data ufficiale della notifica formale;

tale misura, adottata mentre ancora sono al vaglio soluzioni alternative, oltre a presentare un profilo di dubbia costituzionalità costituisce una mancanza di rispetto nei confronti del lavoro parlamentare, attuale e pregresso. Essa sembra corrispondere pienamente a quanto ventilato nel citato “obiettivo 9 e mette in condizione di seria criticità migliaia di famiglie che, avendo servito con onestà e abnegazione lo Stato italiano, già si apprestano a lasciare le proprie case;

va poi osservato che l’aumento improvviso ed esponenziale dei canoni rappresenta una misura altamente incomprensibile anche dal punto di vista finanziario e amministrativo: il rischio è infatti quello di mandare via i vecchi inquilini, che pagano regolarmente il canone di locazione, per trovarsi con appartamenti vuoti, senza alcun vantaggio per il bilancio della dicastero interessato-:

se non ritenga opportuno sospendere gli improvvisi, iniqui e pretestuosamente provvisori, aumenti dei canoni e ogni atto di recupero forzoso degli alloggi in questione, così come da impegno del Governo, in attesa della rettifica della normativa e almeno fino al completo espletamento dei lavori parlamentari attualmente in corso nelle Commissioni competenti e quale intervento intenda predisporre – in considerazione dell’evidente urgenza della questione - al fine di ottemperare agli impegni presi dal Governo, tutelando concretamente e doverosamente la categoria degli inquilini sine titulo, anche tenendo in dovuto conto le esigenze delle famiglie interessate.

DI BIAGIO

18 ottobre 2011

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