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PIROMANI E POMPIERI
MA COSA SUCCEDE ALLA DIFESA SUGLI ALLOGGI?
L’ENORME IMPORTANZA DELL’INVIO DELLA LETTERA CONSIGLIATA DA CASADIRITTO PER RICHIAMARE L’OSSERVANZA DEL COMANDO DI PADOVA SULLE DIRETTIVE DELLA CIRCOLARE DELLO S.M.E. RIGUARDANTE GLI SFRATTI.
IL PRINCIPIO DI OSSERVANZA IN CASO DI SFRATTI DEVE RIGUARDARE TUTTI I COMANDI SULL’INTERO TERRITORIO NAZIONALE

Norme tortuose appositamente create allo scopo di costituire un alibi per chi non le vuole applicare, all’origine frutto di un nobile compromesso, ma poi depotenziate in corso d’opera, infarcite di incisi, equivoci e ipocriti consensi apparenti, stanno creando sempre più, l’emergere di quanto di più disgustoso nel momento e anche dopo due anni l’uscita del Decreto del 7 maggio 2014. Il disgusto e lo sconcerto per il ripetersi di criticità e svuotamento, che sembrano sabotaggi, nel momento del passaggio tra leggi scritte e leggi applicate. Alloggi Difesa, un argomento, da brivido. CASADIRITTO costretto a muoversi in una palude e alla ricerca di “pompieri" per rintuzzare gli irriducibili “piromani”

“I PIROMANI” Sono sempre esistiti. E’ costituita da parte delle gerarchie, che si tramandano il loro “compito”, di generazione in generazione, ricoprono spesso anche cariche altissime, che dal Palazzo hanno condotto da sempre, anche in maniera occulta, (quel Documento del 2008 non è stato mai reso noto al Parlamento) manovre per impedire una gestione trasparente e moderna, degli alloggi. Si sono opposti, a posteriori, nell’applicazione prima della Legge 537 del 1993, della legge 724 del 1994. della Legge 244 del 2007, rendendola vana e raggirandone i principi con l’applicazione dei Decreti applicativi con il Decreto sui canoni del 16 marzo 2011, emanato dall’allora Sott.rio Crosetto, autentica mano morta delle volontà dell’allora S. M. D. espresse attraverso l’Obiettivo 9 e con il Decreto vendite farsa del 18 marzo 2010.

Manovre occulte che continuano a tutt’oggi, prima con il misterioso ma comunque ingiustificato occultamento per tre mesi, prima di andare in pubblicazione in G.U. , del Decreto del 7 maggio 2014 e successivamente con un tira e molla estenuante sulle norme o linee guida applicative. L’oscuro comportamento del Comando di Padova, di questi mesi, sembra confermare la linea dei “piromani". Se ne era avuto già sentore nei mesi precedenti, qua e la preceduto da analoghi episodi, seppure in forma meno clamorosa, da vari Comandi, in Italia, tentativi però subito rientrati.

“ I POMPIERI” Anche essa è costituita da altissime figure della Difesa, dotate di conoscenze e di alto senso delle Istituzioni, ma forse in posizione minoritaria ma in grado di intervenire spesso sui continui deragliamenti ma non su vessazioni grandi e piccole dei Comandi Periferici che pullulano di arbitri e incompetenze. Non sempre ci riescono. In qualche misura hanno sostenuto, e anche promosso con altri Organi Centrali e del Parlamento, quei provvedimenti di tutela che sono alla base del Decreto del 7 maggio 2014, e quindi al momento in grado di capirne le disfunzioni nella fase applicativa, ma sempre in affanno.

CASADIRITTO trova una indispensabile punto di interlocuzione, ma essi rischiano sempre di rincorrere e raramente di proporre l’esatta osservanza delle regole, soprattutto nel passaggio che mostra le maggiori criticità, vale a dire quello inerente tra Vertici e Comandi ed hanno difficoltà in questo momento anche con generali “di periferia” che appaiono irriducibili, forse perché sostenuti da elementi al momento non conosciuti. Questi ultimi, attraverso continue esasperazioni nella fase applicativa, esercitano un continuo “pressing” di fatto, su chi quelle norme cerca di fare applicare nella maniera più consona.

Si è dovuto ricorrere ad ulteriore circolare esplicativa dello S.M.E. di cui abbiamo pubblicato i passi fondamentali, per risolvere le due questioni di criticità che si sono create a seguito del comportamento del Comando di Padova, riguardante l’area del Triveneto e dell’Emilia Romagna, quella della corretta applicazione del Decreto del 7 maggio 2014 sembra essere risolta, la seconda, quella degli sfratti, ancora da decifrare, nel suo pratico accoglimento.

QUINDI QUANTO ACCADE A PADOVA NON E’ UN CASO Quanto intrapreso dal Comando Interforze Nord Esercito di Padova per quanto censurabile e in commentabile, ha avuto almeno il “merito” di aprire gli occhi anche agli orbi, circa la partita che si sta giocando e dello scontro in atto tra quelli che noi chiamiamo “pompieri ed i “piromani”. Padova in un solo colpo rappresenta un simbolo delle due contrapposizioni. Abroga con una semplice lettera quanto di più sostanzioso è stato ottenuto dalle famiglie per via del Decreto del 7 maggio 2014, nell’ampio ventaglio dei contenuti (reddito, 104 e categorie mai investite da tutele) e cerca di fare “tabula rasa” sugli sfratti che apparentemente sembrano emanati a regola d’arte.

SENONCHE’.... la Difesa, in ordine ad un “pompiere” autorevole ha emanato una disposizione/circolare, alcune volte già citata nel sito di CASADIRITTO, ove viene esplicitamente richiamato quel Comando di PADOVA che in caso di sfratti, deve tenere conto del rapporto ”ripristino/utilizzo” e della capacità tecnico/amministrativa. Questo ha una sua valenza e spiegazione logica e razionale perché ormai il Decreto Crosetto del 16 marzo 2011 ha ridotto in uno stato comatoso le risorse destinate alla manutenzione degli alloggi, che ulteriori azioni sconsiderate di recupero, come quelle di Padova, darebbero un colpo di grazia agli alloggi ancora in piedi. Ma i generali di Padova, benchè appesantiti e infastiditi da questi ragionamenti non alla loro portata e dagli ordini di SME, che sembra evidentemente non abbiano ben compreso, tirano dritto. Non risulta finora che abbiano ancora ritirato alcun provvedimento di recupero coatto, malgrado le centinaia di alloggi vuoti persistenti nell'area.

IL PERCHE’ DI UNA LETTERE PROPOSTA DA CASADIRITTO AGLI UTENTI COLPITI Ed è per queste ragioni che CASADIRITTO ha proposto alle famiglie colpite da sfratto di presentare al Comando di Padova da cui dipendono, per l’osservanza dei contenuti di quelle disposizioni dello Stato Maggiore Esercito. Ed è per questo, che a fatica, abbiamo fatto una sorta di censimento per aiutare il Comando stesso per evidenziare l’esistenza di alloggi vuoti, ed è ancora per questo che la lettera non deve tanto confutare l’atto di recupero, che di per se è a norma di Regolamento, (gli sfratti sono previsti) quanto la non osservanza delle disposizioni della Stato Maggiore Esercito.

IL SIGNOR ANGELO: BASTA RICORRERE AL TAR? Mentre è in corso un attacco di questa portata, portato a quel livello di scontro, basterebbe ricorrere al TAR per risolvere tutto. Premesso che la lettera proposta da CASADIRITTO non preclude detto ricorso, da proporre entro 60 gg. al ricevimento della notifica di sfratto, allora sarebbe tutto risolto, altro che Casadiritto.

Questa visione di una soluzione miracolistica è quella che ci propone il signor Angelo su facebook in quattro righe. Altre volte è già intervenuto offrendo interessanti contributi di idee e partecipazione, ma ora si domanda: “se sia sempre l’utente a risolvere (magari fosse) il problema di interesse con una segnalazione ( la lettera che propone CASADIRITTO) contro gli sfratti già notificati) che lascia il tempo che trova. Giusto invece il ricorso al TAR, se si vedono lesi”.

Ecco fatto. Un bel ricorso, e poi aspettare, in questo mondo meraviglioso. Ma quale impegno nel difficile compito di cercare di fare ragionare, di far rispettare dall’interno gli alti papaveri, roba obsoleta e inutile, la partecipazione, roba dell’altro secolo. Un avvocato e poi tutti in vacanza. Magari, se non accettano nemmeno la sospensiva, verranno lo stesso i carabinieri prima che il ricorso venga semplicemente messo a calendario per la prima seduta.

Poi al ritorno delle vacanze una bella sentenza. Intanto gli avvocati dello Stato (gratis) che attratti dal periodo estivo, lasciano la toga sullo scanno, disertano la seduta del Tribunale, e le ragioni e la giustizia trionferanno. Pagare una giusta parcella e il Comando di Padova sarà servito. Un bel sogno forse. Ma non è la strada per andare in Paradiso. Sarebbe il caso che anche il signor Angelo riveda bene la sua considerazione?

MA ESISTE UN MONDO REALE La realtà che viviamo, quella con i piedi per terra, quella di essere pragmatici e prendere atto delle divisioni esistenti all’interno delle gerarchie della Difesa e esserne realisticamente al corrente, quella che porta tanti di noi ad avere voglia di partecipare e controllare per quanto possibile in prima persona, quella del coinvolgimento. Quello di conquistare semplicemente che la ragione prevalga. In Italia sta diventando una conquista. Quello che nessun TAR potrà sostituire. Un ruolo insostituibile.

Quel mondo che appartiene alla volontà di cambiare. Il TAR può rappresentare una possibilità, ma non basta se parallelamente non si riesce a cercare incontri, trattative, che solo esse creano le condizioni e le premesse, prima di arrivare alle leggi e Regolamenti. insomma quanto rappresenta di più difficile e arduo, ma questa via è la via di CASADIRITTO, la più difficile.

TAR e Consiglio di Stato, con l’aria che tira, ultimamente non sono “benevoli”. Noi non possiamo pretendere che entrino nel mondo degli intrighi e delle cordate, in quello dei piromani e di quello dei pompieri.. Sfidiamo chiunque a non prendere atto dell’esistenza di questo clima. Molte sentenze, quando va bene, inevitabilmente si concludono nel dispositivo, che “Le ragioni della Difesa sono preminenti rispetto alle ragioni, pur comprensibili, dell’utente” Amen. Ecco perché ricorrere va bene, ma non basta

ED ALLORA CHE FARE SUGLI SFRATTI? Dovrebbe prevalere la politica, la Politica con la P maiuscola, quella delle leggi scritte bene, e fatte applicare bene, ma che ora ci sembra quasi assente, vacante, sempre più...

Dobbiamo noi utenti sopportarne il peso con maggiore presenza, consapevolezza, riprendendo il filo del dialogo, per cercare di contrastare i “ piromani” per abbattere i muri di gomma o di mattoni, i muri dell’ipocrisia e del doppio gioco, ma se non si coinvolge la Difesa, ora come non mai, tutto è inutile. Una porta miracolosamente rimane ancora aperta. Occorre mettere in sicurezza quella stretta apertura, che miracolosamente è rimasta sempre aperta, fatta non da un misterioso personaggio, ma da Alte figure nelle Sedi che contano. Figure che rappresentano per noi il ruolo di “pompieri”.

La circolare SME citata non è una opera Pia, e non cade da Marte, ma è il frutto dell’apertura di quella porta. Deve pesare per il ripensamento degli sfratti da parte di quei precipitosi Generali di Padova. Ripetiamo il concetto: gli sfratti sono a regola d’arte, rispettano il Regolamento ma sono privi dell’osservanza della Circolare/disposizione SME emanata a fine maggio 2016 sugli alloggi vuoti.

PRIMA LA LETTERA DI ANNULLAMENTO, POI A PADOVA POSSONO ANDARE AL MARE Come è ormai evidente per il susseguirsi degli eventi patavini, CASADIRITTO ha avuto un ruolo, almeno per la porta…. Ora CASADIRITTO la vuole valorizzare e farla applicare. Lei, caro Angelo, dice che fare quella lettera proposta ”ad adiuvadum” eventualmente con un ricorso al TAR, da CASADIRITTO mai escluso, afferma che “lascia il tempo che trova”. Non sembra ingenerosa questa affermazione? Non è vera, e rischia di diminuirne l'effetto proprio nel momento di massimo sforzo. I generali si muovono su piani strategici, sarebbe stolto pensare a banali improvvisatori. Hanno studiato strategia. Il loro gioco, benché sofisticato, presenta però delle contraddizioni che bisogna far emergere. Quelle dello sfascio del sistema Difesa all’interno del sistema alloggi. Qualche volta i giochi, dunque, diventano pericolosi anche per chi li conduce e per chi li subisce. Lo sanno bene le centinaia di famiglie che sono state oggetto di attenzione da parte del Generale De Cicco, Vice Comandante di Padova, ora costretto ad una sconfessione del suo operato, e spedire una lettera che smentisce il suo stesso operato.

Ma a proposito di queste lettere ancora sono poche e bisogna verificare e continuare a controllare. La lettera di sconfessione del Generale, che annulla l’annullamento, deve arrivare a tutti quelli che avevano ricevuto la precedente. Il suo staff deve funzionare a pieno ritmo, almeno con la stesa efficienza e completezza che ha dimostrato nell’invio delle prime sciagurate lettere. Sono passati tanti giorni, circa 50 da quando gli sono stati impartiti gli ordini. Ora qualcuno, prima di andare al mare con il secchiello e paletta, deve provvedere a rimediare. In caso contrario e di ulteriori ritardi ingiustificati, rappresenterebbe uno sberleffo ulteriore per le famiglie e una sfida per le SS.AA. che hanno richiamato il Comando di Padova all’osservanza delle leggi e delle disposizioni.

P.S. Gli estremi ed i contenuti della Circolare SME sono riportati nel precedente articolo.

Sergio Boncioli

14 luglio 2016

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